Cos'è la cannabis light?

Per cannabis light, cannabis legale o canapa leggera, si intendono prodotti derivati dalla canapa (vedi cos'è la canapa) che, in occasione di controlli  effettuati dalle autorità, risultino avere un contenuto di THC (tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,6% e che perciò possono essere venduti e consumati.

Infatti, per essere considerata legale e quindi coltivata, venduta e consumata, la canapa deve avere un contenuto di THC inferiore allo 0,2%.

Però la legge Legge n.242/2016 ha stabilito un limite massimo di tolleranza che comunque non è penalizzabile, come stabilito dall'articolo qui sotto:

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"Art.4.5. Qualora all'esito del controllo il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento, nessuna responsabilità è posta a carico dell'agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di cui alla presente legge."

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Effetti della cannabis light

Questa bassa percentuale di THC, la sostanza psicoattiva, non è sufficiente a causare le alterazioni psicofisiche che sono ricercate da chi consuma cannabis, ovvero marijuana o hashish che, per la legge italiana, sono tuttora (nel 2021) illegali.

Invece, la canapa leggera viene usata per il suo effetto rilassante che può aiutare anche come rimedio per l'insonnia e per il suo aroma come quello della cannabis.

Quindi, dal 2017 si è sviluppato in breve tempo un florido nuovo mercato di prodotti a base di cannabis light, come olii, sigarette, tè, vaporizzatori per assumerla fumandola o attraverso inalatori, nel cibo o in tisane.

Controversie sulla cannabis light

Comunque, su questo argomento ci sono tuttora controversie e, a seconda del governo in carica, le regole possono cambiare facilmente e i produttori e i venditori di questi prodotti si possono trovarsi con la loro attività proibita da un giorno all'altro, come successe nel 2019 quando una circolare del Ministero dell’Interno stabiliva che la tollerabilità sino allo 0,6% di THC era applicabile solamente ai coltivatori della cannabis sativa.

Perciò, tutti coloro che non erano coltivatori, non potevano commerciare prodotti derivanti dalla canapa con un contenuto di THC superiore allo 0,2%, né tanto meno tale cannabis poteva essere consumata.

Poi però sopraggiunse la Corte di Cassazione che in una sua sentenza ha chiarito la faccenda, stabilendo che il limite di tollerabilità dello 0,6 % di THC si applica non solo agli agricoltori, ma anche a coloro che vendono cannabis light e a coloro che ne fanno uso. Riferimenti legali

Insomma, tutta la situazione intorno alla canapa è ancora poco semplice, con molte regole che rendono difficile la produzione e l'utilizzo di questa bella e utile pianta.

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